La proposta di un team di ricerca potrebbe rivoluzionare la medicina spaziale

Roditori, vermi e lieviti sono spesso utilizzati per studiare gli effetti e le conseguenze dei voli spaziali a lungo termine. Questo per capire come le persone nello spazio siano influenzate dalla microgravità. Nate Szewczyk, PhD, insieme a un gruppo di ricercatori, ha pubblicato un documento che propone di raccogliere di routine campioni biologici dagli astronauti per studiare gli effetti del volo spaziale sui loro geni, mRNA, proteine e metaboliti utilizzando la tecnologia omica.

Un articolo intitolato «Routine omics collection a great opportunity for European human research in space and analogue environments», pubblicato sulla rivista Patterns, illustra come il profilo omico potrebbe cambiare la medicina spaziale e migliorare la salute sul lavoro degli astronauti.

La NASA ha già condotto un profilo molecolare su uno dei suoi astronauti. In questo studio, gli scienziati hanno misurato la sua preparazione al volo, le sue condizioni durante e dopo il volo. Dopo aver analizzato la serie di dati e averne valutato l’utilità, la NASA ha deciso di rendere la procedura una prassi standard nel prossimo futuro.

Shevchik ritiene che anche le altre agenzie spaziali dovrebbero prendere questa decisione e adottare l’approccio migliore per monitorare la salute dei propri astronauti.

«Sappiamo da decenni che i voli spaziali comportano un rischio significativo per la salute umana e che gli effetti fisiologici dei voli spaziali a lungo termine variano notevolmente da persona a persona. Se si esaminano dieci persone che trascorrono sei mesi sulla ISS, si notano reazioni molto diverse tra loro, come la perdita di massa muscolare e ossea. L’emergere della tecnologia omica è certamente la nostra opportunità di far progredire la medicina spaziale personalizzata», ha dichiarato uno dei colleghi di Shevchik, Brian Clark, PhD, responsabile dell’Ohio Musculoskeletal and Neurological Institute (OMNI).

«Grazie alle innovazioni della scienza, invece di misurare modelli e dare quei dati alle persone, ora possiamo misurare una persona, guardare il suo genoma e prevedere se è a rischio di cancro o diabete, se un particolare farmaco funzionerà o meno», ha detto Szewczyk. — «È possibile applicare gli stessi approcci della moderna medicina molecolare agli astronauti, per identificare i potenziali rischi per la loro salute. Questo è più informativo rispetto all’uso di modelli, ed è una vera opportunità per tutte le agenzie spaziali per assicurarsi che le persone che mandano nello spazio siano sicure».